domenica 8 giugno 2014

EUROPA: L'ITALIA PROMUOVE LE DONNE AI VERTICI POLITICI

http://www.treccani.it/export/sites/default/Portale/resources/images/unione_europea.jpgUna donna ai vertici dell'Unione europea? «Assolutamente sì, come è noto per uno che ha fatto sia il Governo che la segreteria con metà donne. Sarebbe un fatto positivo se, per una volta, l'Italia dettasse la linea. Ma non credo sia un problema di quote ma un tema di sensibilità». Sono le parole di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa seguita alla riunione del G7 a Bruxelles. 

Dopo aver "sponsorizzato" la candidatura di Roberta Pinotti, attuale ministro della Difesa, quale prima donna Presidente della Repubblica Italiana, il premier torna a "suggerire" anche in Europa una "linea rosa" politica per i vertici UE. 

In Europa, qualcosa lentamente sta cambiando, almeno nei vertici dei consigli di amministrazione delle società europee quotate in borsa. Secondo la Commissione Europea, la presenza femminile ai vertici delle aziende del vecchio continente è aumentata al 15,8% contro il 13,7% di gennaio 2012. Più di due punti percentuali, dunque, che sono figli della nuova politica sull'equilibrio di genere proposta dalla Commissione, che fissa come obiettivo il 40% di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa.

L'Italia è il paese in cui si registra l'aumento più significativo: entro il 2015, l'obiettivo è assicurare all'interno delle società quotate a partecipazione pubblica il 33% di donne negli organi di gestione e vigilanza. 

Da luglio a dicembre, l'Italia succede alla Grecia alla guida del Consiglio dell'Unione europea. Il semestre italiano potrebbe essere ricordato proprio per la "spinta rosa" ai vertici dell'Unione; infatti, è imminente il rinnovo di tutte le più importanti cariche politiche ai vertici degli organi comunitari. Il 30 ottobre, scade il mandato di Josè Manuel Barroso alla presidenza della Commissione; il 30 novembre, termina il suo incarico Herman Van Rompuy alla guida della presidenza del Consiglio europeo; il Parlamento Europeo è invece in attesa del successo di Martin Schulz, che terminerà ufficialmente il suo mandato con l'insediamento della VIII legislatura (2014-2019).


Giorgio Ventricelli
Addetto stampa

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