mercoledì 14 maggio 2014

CHILOMETRO ZERO PER ECONOMIA, SALUTE E AMBIENTE

http://www.veneto.coldiretti.it/RenderImg.aspx?CI=18924611In Italia sono impiegati nel comparto agricolo circa 850.000 lavorati (Fonte ISTAT, Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro, 2012) metà dei quali nel Sud Italia. La vocazione agricola del Mezzogiorno d'Italia e la riscoperta da parte di molti giovani "del lavorare la terra", fa sì che politiche economiche come quella del chilometro zero possano diventare una nuova forma di promozione del territorio e di guadagno per le comunità, in termini economici, sociali, ambientali e della salute.


Ma cos'è il chilometro zero? La sua origine risale ad un'operazione lanciata da Coldiretti Veneto, attraverso cui si voleva sensibilizzare i gestori della ristorazione a proporre agli avventori prodotti preferibilmente stagionali del territorio. Il Veneto è la prima regione in Italia ad aver approvato una legge regionale, la n. 7 del 25 luglio 2008, sul chilometro zero, facendo così giurisprudenza in merito. 

In pratica, il km zero non ha intermediari, la vendita è diretta: dal produttore al consumatore. I prodotti non affrontano lunghi viaggi e in termini di inquinamento dovuto al trasporto su gomma, che ricompre il 91% dei trasporti nazionali (Fonte Osservatorio Autopromotec), il chilometro zero riduce notevolmente le emissioni nocive in atmosfera. Inoltre, chi promuove il chilometro zero non produce organismi geneticamente modificati

In città a vocazione agricola come San Severo, il chilometro zero potrebbe diventare un punto di riferimento per: istituti scolastici, palestre, ospedale, ristorazione, associazioni. Proprio in merito all'educazione alimentare dei giovani, Maria Anna Bocola pensa sia necessario promuovere già dai banchi di scuola una cultura dell'alimentazione, con il fine di contrastare l'obesità infantile che in Italia, secondo una studio del Ministero della Salute, interessa un bambino su tre tra gli otto e i nove anni.

Giorgio Ventricelli
Addetto stampa

 


 

 

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